19 Aprile 2019

Il chinone fa impazzire il crowdfunding: raccolta record per la batteria organica che può salvare l’ambiente

Il chinone fa impazzire il crowdfunding: raccolta record per la batteria organica che può salvare l’ambiente

Business Insider - Fatte l’energia rinnovabile, restano da fare le batterie. La svolta per l’energia pulita passa da qui: dalla capacità di immagazzinare la corrente prodotta senza inquinare. Senza una vera svolta (scientifica e industriale), le rinnovabili avranno soltanto spostato l’inquinamento da una parte all’altra.

Oggi, infatti, l’energia prodotta ha due sbocchi: l’immissione nella rete elettrica tradizionale o l’accumulo con una batteria. Purtroppo le batterie d’accumulo sono a base di litio o vanadio: materiali costosi, ma soprattutto inquinanti con diversi problemi in fase di smaltimento.

“Sappiamo che le batterie sono la chiave di volta, per questo abbiamo iniziato a fare scouting in giro per il mondo”racconta Rodolfo Pinto, amministratore delegato di Green Storage Energy, che poi aggiunge: “Quando abbiamo saputo che ad Harvard avevano scoperto che una molecola organica come il chinone che si estrae immagazzina energia abbiamo fatto di tutto per assicurarci il brevetto”.

La storia della start up trentina inizia così, con una ricerca in giro per il mondo di una soluzione che possa migliorare l’ambiente concretizzando i passi avanti dell’energia rinnovabile. “C’era solo un brevetto accademico, era tutto da costruire – racconta l’imprenditore -. Prima abbiamo stretto un accordo con Tor Vergata, poi siamo arrivati a Trento dalla Fondazione Kessler”.

I problemi da risolvere erano diversi, a cominciare dalle economie di scala: “Per essere competitiva una soluzione del genere deve avere un costo ragionevole. E far funzionare la batteria con materiali molto più economici di quelli del prototipo è stata una sfida enorme. Basti pensare che all’inizio si usavano lamine in platino”.

Le batterie di Green Energy Storare non funzioneranno sulle automobili, ma sono utilizzabili nel settore domestico (dalle ville ai condomini) e nella rete elettrica. “Con l’utilizzo di batterie per immagazzinare energia pulita, i privati possono staccarsi definitivamente dalla rete elettrica, mentre gli operatori possono creare le famose smart grid” prosegue Pinto.

L’utilizzo di una molecola organica come il doppio vantaggio di non aver problemi né di estrazione, né di smaltimento. Per questo l’obiettivo finale della start up è arrivare a produrre una batteria tutta organica: “Oggi è ancora semiorganica, ma già così ha un impatto molto ridotto rispetto agli strumenti attuali”.

Di certo nel progetto credono molto anche i piccoli investitori. La società, infatti, ha appena concluso la seconda campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd raccogliendo oltre due milioni di euro. La società investirà i capitali raccolti per potenziare la produzione delle proprie batterie. “Quest’anno partiremo con la produzione della prima serie commerciale di batterie a flusso.Vogliamo diventare uno dei player fondamentali nella sfida del cambiamento climatico ci sono rimasti solo 12 anni per cambiare la rotta” prosegue Pinto che poi spiega così la scelta di ricorrere per due volte all’equity crowdfunding: “Volevamo sensibilizzare il più possibile i privati e i piccoli investitori.E credo che abbiamo capito il messaggio”. Solo un anno fa, Ges, aveva raccolto un altro milione di euro, sempre su Mamacrowd.

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